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Un recente report co-sponsorizzato da Eaton, azienda specializzata nella gestione intelligente dell’energia, analizza e compara lo scenario normativo di 11 Paesi europei in materia di ricarica bidirezionale dei veicoli elettrici (V2X, o Vehicle-to-Everything): dalla ricerca, condotta da smartEn – Smart Energy Europe e DNV, emerge l’importanza, spesso trascurata, che le soluzioni mobili di accumulo di energia su piccola scala possono avere nel contrasto ai vincoli di rete.

Partendo da una recente stima secondo cui le attivazioni V2X all’interno dell’UE27 potrebbero generare guadagni per 9,9 miliardi di euro entro il 2030, il report conferma che lo sblocco del potenziale della ricarica V2X, abilitando la disponibilità di risorse decentralizzate, può giocare un ruolo chiave nella transizione energetica. Ad oggi, rimangono però importanti barriere di accesso, come la presenza di requisiti tecnici complessi e non allineati tra i diversi Paesi. La ricerca evidenzia che, in assenza di una politica condivisa in materia, i veicoli elettrici rischiano di rimanere inattivi per il 90% del tempo, cioè quando sono parcheggiati (con un grave spreco per la flessibilità energetica, che rappresenta una risorsa preziosa per bilanciare l’immissione nella rete di energie rinnovabili con portata variabile).

La situazione in Italia Nonostante ci sia ancora molto da fare, secondo l’analisi di smartEn, il Bel Paese sotto diversi aspetti si sta muovendo nella giusta direzione. L’Italia, ad esempio, ha già eliminato la doppia tassazione per il V2G (Vehicle-to-Grid) e, anche se mancano ancora una politica chiara in materia di V2X e gli standard applicativi, sono attualmente in corso progetti pilota relativamente importanti. Inoltre, il Paese si pone l’obiettivo di avere, entro il 2030, 3 milioni di punti di ricarica pubblici e privati, di cui 32 000 pubblici veloci e ultraveloci, che consentiranno di ricaricare 6 milioni di veicoli elettrici.

Stando al report, nel 2022 l’Italia ha registrato una media volatilità dei prezzi dell’elettricità. Inoltre, il basso costo della remunerazione per la produzione dagli impianti fotovoltaici su tetto (0,06 euro/ kWh) rappresenta un incentivo per il V2G: implementandolo, gli utenti possono infatti consumare internamente la maggior parte dell’energia generata, con un risparmio significativo, dato che nel periodo analizzato il prezzo di acquisto dell’energia oscilla tra 0,15 e 30 euro/kWh.

L’analisi evidenzia poi come l’Italia, insieme a Spagna, Norvegia e Svezia, si distingua per il livello di diffusione dei contatori intelligenti: il tasso di penetrazione, già nel 2022, era infatti del 98%. Tra questi, vi sono dispositivi in grado di fornire direttamente dati e insight ai sistemi di gestione dell’energia. Secondo il report, in termini di capacità, le misure proattive portate avanti dall’Italia su questo fronte “dimostrano un approccio lungimirante”.

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