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energia
I reattori italiani intrinsecamente sicuri (Parte 2)

I reattori italiani intrinsecamente sicuri (Parte 2)

Da qualche decennio alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza”, presso il Dipartimento di energetica, sono in corso ricerche per valutare entro quali limiti lo sviluppo di alcuni reattori di piccola e media taglia, intrinsecamente sicuri e di tipo modulare, possa costituire l’alternativa nucleare per i paesi a media industrializzazione. Nella prima puntata del presente articolo si è visto come, avvalendosi di conoscenze interdisciplinari, alcuni studiosi, si siano dedicati allo sviluppo della concezione e del progetto di un reattore intrinsecamente sicuro. In questa seconda (ed ultima) puntata verrà approfondita la descrizione dei MARS e si vedrà in che modo sicurezza intrinseca, modularità ed adattabilità siano criteri ispiratori per la progettazione di questo nuovo tipo di impianti, ideati per soddisfare le esigenze ed i criteri di sicurezza del “dopo Chernobyl”.

 

 

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I reattori italiani intrinsecamente sicuri (prima parte)

I reattori italiani intrinsecamente sicuri (prima parte)

Da qualche decennio alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza”, presso il Dipartimento di energetica, sono in corso ricerche per valutare entro quali limiti lo sviluppo di alcuni reattori di piccola e media taglia, intrinsecamente sicuri e di tipo modulare, possa costituire l’alternativa nucleare per i paesi a media industrializzazione. In particolare, avvalendosi di conoscenze interdisciplinari, alcuni studiosi, si sono dedicati allo sviluppo della concezione e del progetto di un reattore intrinsecamente sicuro. La concezione di tale reattore ha subito una progressiva evoluzione, man mano che le idee iniziali venivano tradotte in progetti e questi ultimi confrontati con i problemi di realizzazione e di costo. Tale reattore (del quale in questa prima puntata dell’articolo si fornirà una breve descrizione) è stato denominato MARS (Multiscopo Avanzato Reattore Sicuro), per sottolineare le caratteristiche di fessibilità, modularità, affdabilità e sicurezza intrinseca da esso possedute.

 

 

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Il mercato energetico del futuro è racchiuso nelle app

Il mercato energetico del futuro è racchiuso nelle app

Nuovi modelli di business, prodotti innovativi e processi aziendali efficienti disponibili in un batter d’occhio nel segno dell’open innovation: il mercato delle app nel settore energetico consente di abbattere costi e tempi (stimati in 18 mesi per una media di investimento pari a 150 000 euro) e di realizzare tempestivamente il processo di digitalizzazione, reagendo o anticipando i mutamenti del mercato.

 

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La filiera italiana dell’idrogeno è sempre più coesa

La filiera italiana dell’idrogeno è sempre più coesa

Dalle multinazionali alle start-up: tra il 2019 e il 2021 H2IT ha quasi triplicato il numero degli associati, arrivando a rappresentare aziende e centri di ricerca di dimensioni e comparti diversi. La crescita dell’Associazione è lo specchio delle grandi potenzialità del vettore idrogeno per la decarbonizzazione e la transizione ecologica.

 

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La nuova generazione dei reattori veloci

La nuova generazione dei reattori veloci

I reattori a neutroni non rallentati potrebbero estrarre molta più energia dal combustibile nucleare riciclato, minimizzare il rischio di proliferazione di armi e ridurre notevolmente il tempo di isolamento delle scorie nucleari. Allo scopo di minimizzare il riscaldamento globale, infatti, l’umanità potrebbe generare l’energia del futuro servendosi della tecnologia nucleare, esente dalle emissioni di anidride carbonica. Ma se si costruissero solo centrali a neutroni lenti, come la maggior parte di quelle in funzione oggi, le riserve di uranio a basso costo sarebbero prosciugate entro pochi decenni. L’adozione di un nuovo ciclo, molto più efficiente nell’uso del combustibile nucleare, basato sui reattori a neutroni veloci e sul riciclaggio di combustibile esausto con trattamento pirometallurgico, consentirebbe di sfruttare una frazione molto più elevata dell’energia contenuta nel minerale di uranio. Inoltre, questo ciclo ridurrebbe di molto la produzione di scorie che rimangono radioattive a lungo e potrebbe sostenere la generazione di energia a tempo indeterminato.

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