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Amazon, Microsoft, Google e Meta stanno accelerando sulla decarbonizzazione per rispondere all’impennata del fabbisogno energetico di data center e AI.

Mentre il consumo elettrico globale del settore potrebbe superare i 1000 TWh entro il 2026, cresce l’interesse per il nucleare avanzato, con piccoli reattori modulari (SMR) e microreattori visti come soluzioni affidabili e a basse emissioni. L’espansione di data center, intelligenza artificiale e criptovalute sta facendo impennare la domanda di elettricità a livello globale. Nel 2022, questi settori hanno rappresentato il 2% del consumo mondiale di energia, una quota che potrebbe raddoppiare entro il 2026, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA).

Le sole Amazon, Microsoft, Google e Meta hanno più che raddoppiato il loro consumo elettrico tra il 2017 e il 2021, raggiungendo i 72 terawattora (TWh). Oltre a soddisfare il fabbisogno energetico crescente, le aziende tech mirano a decarbonizzare le operazioni, spinte da regolamenti e obiettivi di sostenibilità. Per farlo, guardano non solo alle rinnovabili come eolico e solare, ma anche alle tecnologie nucleari avanzate, tra cui i piccoli reattori modulari (SMR). Anche settori industriali energivori, come la petrolchimica, stanno esplorando questa strada.

Secondo Aline des Cloizeaux, direttrice della Divisione Energia Nucleare dell’AIEA, in alcune aree le grandi aziende tecnologiche potrebbero essere il motore della diffusione del nucleare avanzato. Gli SMR e altri reattori avanzati, infatti, sarebbero in grado di fornire l’energia affidabile e a basse emissioni di carbonio necessaria per le loro operazioni. Secondo l’IEA, nel 2022 i data center hanno consumato circa 460 TWh, ma la cifra potrebbe superare i 1000 TWh entro il 2026, equivalente a un terzo della produzione nucleare globale dell’anno scorso e al consumo elettrico dell’intero Giappone.

In Cina, la domanda di elettricità dei data center potrebbe raddoppiare a 400 TWh entro il 2030. Negli USA nordorientali e in Europa, la crescita è altrettanto rapida: in Irlanda, ad esempio, i data center hanno rappresentato il 17% del consumo elettrico nel 2022 e potrebbero arrivare al 32% nel 2026. Google e Microsoft stanno già esplorando come il nucleare avanzato possa supportare i loro obiettivi di sostenibilità. Devon Swezey, senior manager per l’energia globale e il clima di Google, sottolinea come eolico, solare e batterie siano fondamentali, ma anche come servano fonti energetiche affidabili e prive di emissioni per una decarbonizzazione economica.

Anche Bret Kugelmass, CEO di Last Energy, società statunitense di microreattori, evidenzia il ruolo chiave del nucleare, affermando che questa tecnologia rappresenta la soluzione migliore per rispondere alla crescente domanda energetica. La sfida principale, secondo lui, è capire come fornirla nel modo più efficace. Il settore tech può anche contribuire a superare le barriere che rallentano l’adozione di queste tecnologie. Microsoft, nel suo recente policy brief, ha individuato azioni chiave come accelerare ricerca e sviluppo, promuovere test su nuove tecnologie, migliorare i regolamenti per favorire implementazioni sicure ed economiche e sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale nella gestione della rete energetica.

Anche Google si muove nella stessa direzione, sottolineando come le aziende possano aiutare a ridurre le barriere alla commercializzazione di queste tecnologie, nucleare avanzato incluso. L’azienda ha dichiarato di voler lavorare con altri acquirenti di energia pulita per scalare queste soluzioni nei prossimi decenni. Resta la sfida dei finanziamenti: i progetti nucleari tradizionali richiedono investimenti ingenti e tempi lunghi di realizzazione. Gli SMR e i microreattori, più piccoli e costruiti in fabbrica, potrebbero abbattere questi ostacoli, con costi iniziali inferiori e tempi di sviluppo più brevi.

Anche settori industriali, come Dow Chemicals, stanno valutando gli SMR non solo per l’elettricità decarbonizzata, ma anche per il calore industriale ad alta temperatura. Secondo Kugelmass, confezionare il nucleare su scala ridotta e modulare è la chiave per renderlo accessibile all’industria privata. L’imprenditore ritiene che se si riuscisse a creare un modello finanziato interamente da capitali privati, lo sviluppo sarebbe più rapido ed efficiente, con benefici su larga scala.

iaea.org

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