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Il 9 settembre a Bruxelles, Mario Draghi – ex primo ministro e presidente della Banca centrale europea – ha delineato una strategia chiave per il futuro della competitività europea, evidenziando l’urgenza di aumentare la produttività e garantire una crescita sostenibile e duratura nell’Unione Europea. Il rapporto è un documento articolato e complesso, composto da 400 pagine e 170 proposte. In esso vengono messi in luce i punti critici e le aree di forza dell’Unione Europea, evidenziando i settori strategici su cui puntare nei prossimi anni. Le proposte formulate mirano a rafforzare l’economia del blocco, affrontando le sfide globali attraverso riforme strutturali e investimenti mirati.

Nel rapporto presentato, emerge chiaramente il crescente divario di produttività tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, la cui economia è attualmente più grande del 50% rispetto a quella dell’UE. Un dato preoccupante, soprattutto considerando che solo 15 anni fa le due economie erano pressoché alla pari. Per colmare questo divario e raggiungere gli obiettivi fissati, la relazione stima un investimento aggiuntivo di 750-800 miliardi di euro all’anno, pari al 4,4-4,7% del PIL dell’UE nel 2023, secondo le ultime stime della Commissione Europea.

Per mettere in prospettiva l’entità di questo sforzo, basta ricordare che gli investimenti nell’ambito del Piano Marshall tra il 1948 e il 1951 corrispondevano all’1-2% del PIL dell’UE. Il rapporto sottolinea la necessità di aumentare la quota di investimenti dal 22% attuale a circa il 27% del PIL, invertendo così un trend di declino che ha caratterizzato le principali economie europee per decenni. In questo ambito, tra le varie proposte c’è anche quella di creare un debito comune tra i Paesi membri.

Partendo da queste premesse, le azioni da intraprendere si suddividono in tre aree strategiche fondamentali:

Colmare il divario d’innovazione: L’Europa deve affrontare con urgenza il divario di innovazione rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, in particolare nelle tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale. Secondo il rapporto, sbloccare il potenziale innovativo europeo è fondamentale per evitare di rimanere indietro nella “rivoluzione” tecnologica. Un elemento cruciale di questa strategia è fornire ai cittadini le competenze necessarie per sfruttare le nuove tecnologie, con l’obiettivo di allineare innovazione e inclusione sociale. L’Europa dovrebbe puntare non solo a colmare il gap tecnologico, ma a superare i concorrenti globali nell’offerta di opportunità educative e lavorative lungo l’intero arco della vita.

Piano congiunto decarbonizzazione-competitività: Un altro punto focale è l’adozione di un piano coordinato che integri decarbonizzazione e competitività, riducendo i costi energetici che attualmente ostacolano le imprese europee. Nonostante il recente calo dei prezzi, le aziende dell’UE pagano ancora prezzi per l’elettricità 2-3 volte superiori rispetto agli Stati Uniti, e il gas naturale costa 4-5 volte di più. Il rapporto sottolinea l’importanza di intervenire sul mercato energetico e sui profitti speculativi, migliorando al contempo la capacità produttiva dell’industria europea nel settore delle tecnologie pulite. Questo sforzo è fondamentale per per la competitività dell’industria europea, soprattutto nel settore automobilistico e delle energie rinnovabili.

Aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze: La sicurezza economica e la riduzione delle dipendenze strategiche sono essenziali per proteggere l’UE dalle instabilità geopolitiche e dagli shock del commercio globale. Il rapporto invita l’Unione a ridurre le vulnerabilità legate a ricatti economici, sviluppando accordi commerciali preferenziali con Paesi ricchi di risorse e creando partnership industriali per garantire l’accesso a tecnologie chiave. Il coordinamento tra gli Stati membri sarà fondamentale per aumentare il potere contrattuale dell’UE, rafforzando la resilienza delle sue catene di approvvigionamento e proteggendo la competitività a lungo termine.

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