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Singolo articolo
I moderni reattori nucleari moderati a grafite e raffreddati a gas

I moderni reattori nucleari moderati a grafite e raffreddati a gas

I reattori a gas ad alta temperatura (HTGR o Pebble bed) rappresentano un’evoluzione dei reattori AGR (Reattori avanzati raffreddati a gas) sia perché come fluido termovettore impiegano elio (evitando in tal modo gli inconvenienti incontrati con l’anidride carbonica alle alte temperature) sia perché utilizzano grafite per il rivestimento del combustibile, con il risultato di poter aumentare considerevolmente le temperature di esercizio e di poter diminuire la quantità di assorbitore nel nocciolo, migliorando anche l’economia del sistema. Gli Stati Uniti sembrano in procinto di attribuire grande importanza a queste unità che presentano l’interessane caratteristica di non consentire un incidente di perdita di refrigerante, come quello verificatosi a Three Mile Island, che a quaranta anni di distanza, resta l’incidente più rilevante tra tutti quelli occorsi alle centrali nucleari statunitensi.

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I moderni reattori veloci a metallo pesante

I moderni reattori veloci a metallo pesante

Negli ultimi decenni, il problema delle scorie radioattive prodotte dagli impianti nucleari a fissione è stata sempre più alla ribalta, anche per la necessità di accantonarle in sicurezza per lunghi periodi di tempo. Questo problema è anche conseguenza di una scelta strategica operata negli anni Cinquanta, quando le centrali raffreddate ad acqua furono privilegiate rispetto ai modelli raffreddati a metalli pesanti, sia per ragioni tecniche che politiche. Oggi molti paesi stanno di nuovo rivolgendo l’attenzione all’opzione nucleare, ed una tipologia moderna dei reattori a metalli pesanti (che per le loro caratteristiche sono in grado di usare come combustibile gli elementi transuranici prodotti come scorie da altri reattori) potrebbe essere una risposta ideale alle obiezioni politiche ed ambientali. Prima di fare questa scelta, tuttavia, si deve rispondere al seguente quesito: fino a che punto una centrale nucleare con un liquido di raffreddamento non convenzionale potrebbe bruciare scorie radioattive, risolvendo il problema dello smaltimento?

 

 

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I reattori italiani intrinsecamente sicuri (Parte 2)

I reattori italiani intrinsecamente sicuri (Parte 2)

Da qualche decennio alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza”, presso il Dipartimento di energetica, sono in corso ricerche per valutare entro quali limiti lo sviluppo di alcuni reattori di piccola e media taglia, intrinsecamente sicuri e di tipo modulare, possa costituire l’alternativa nucleare per i paesi a media industrializzazione. Nella prima puntata del presente articolo si è visto come, avvalendosi di conoscenze interdisciplinari, alcuni studiosi, si siano dedicati allo sviluppo della concezione e del progetto di un reattore intrinsecamente sicuro. In questa seconda (ed ultima) puntata verrà approfondita la descrizione dei MARS e si vedrà in che modo sicurezza intrinseca, modularità ed adattabilità siano criteri ispiratori per la progettazione di questo nuovo tipo di impianti, ideati per soddisfare le esigenze ed i criteri di sicurezza del “dopo Chernobyl”.

 

 

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I reattori italiani intrinsecamente sicuri (prima parte)

I reattori italiani intrinsecamente sicuri (prima parte)

Da qualche decennio alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “La Sapienza”, presso il Dipartimento di energetica, sono in corso ricerche per valutare entro quali limiti lo sviluppo di alcuni reattori di piccola e media taglia, intrinsecamente sicuri e di tipo modulare, possa costituire l’alternativa nucleare per i paesi a media industrializzazione. In particolare, avvalendosi di conoscenze interdisciplinari, alcuni studiosi, si sono dedicati allo sviluppo della concezione e del progetto di un reattore intrinsecamente sicuro. La concezione di tale reattore ha subito una progressiva evoluzione, man mano che le idee iniziali venivano tradotte in progetti e questi ultimi confrontati con i problemi di realizzazione e di costo. Tale reattore (del quale in questa prima puntata dell’articolo si fornirà una breve descrizione) è stato denominato MARS (Multiscopo Avanzato Reattore Sicuro), per sottolineare le caratteristiche di fessibilità, modularità, affdabilità e sicurezza intrinseca da esso possedute.

 

 

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Il mercato energetico del futuro è racchiuso nelle app

Il mercato energetico del futuro è racchiuso nelle app

Nuovi modelli di business, prodotti innovativi e processi aziendali efficienti disponibili in un batter d’occhio nel segno dell’open innovation: il mercato delle app nel settore energetico consente di abbattere costi e tempi (stimati in 18 mesi per una media di investimento pari a 150 000 euro) e di realizzare tempestivamente il processo di digitalizzazione, reagendo o anticipando i mutamenti del mercato.

 

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La filiera italiana dell’idrogeno è sempre più coesa

La filiera italiana dell’idrogeno è sempre più coesa

Dalle multinazionali alle start-up: tra il 2019 e il 2021 H2IT ha quasi triplicato il numero degli associati, arrivando a rappresentare aziende e centri di ricerca di dimensioni e comparti diversi. La crescita dell’Associazione è lo specchio delle grandi potenzialità del vettore idrogeno per la decarbonizzazione e la transizione ecologica.

 

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